Incongruenza tra dati D-Flight: Un caso studio?
Segnaletica di divieto farlocca
Spesso, tra i piloti di droni, sorge una disputa quando si tratta di allargare una zona rossa. Tuttavia, la vera sfida si presenta quando i confini di queste zone non coincidono con i dati forniti da D-Flight. Tale discrepanza può generare confusione e incertezza tra coloro che operano droni.
Mi sono trovato personalmente a dover fronteggiare una situazione di incongruenza tra i dati riportati su D-Flight e la segnaletica di divieto a Fiumicino. La zona rossa aeroportuale, come visualizzata su D-Flight, non corrispondeva alle indicazioni riportate sui cartelli che vietavano il volo in un tratto del lungomare di Fiumicino. Questo stato di cose ha causato notevole confusione tra i piloti di droni e potrebbe aver portato a violazioni involontarie delle regolamentazioni vigenti.
L’intervento di Enac
Successivamente a una verifica accurata dei dati di D-Flight, ho ritenuto opportuno contattare l’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. Quest’ultimo ha prontamente chiarito che i dati forniti da D-Flight costituiscono l’unica fonte attendibile per le informazioni relative al volo con droni. Questa dichiarazione ha gettato le basi per una regolamentazione più precisa e per una migliore tutela dei diritti dei piloti di droni in Italia.
Riferimento nota del 2 AGOSTO 2023 :
https://www.enac.gov.it/sicurezza-aerea/droni/voli-con-droni-uas-limitazioni-riserve-dello-spazio-aereo
Nonostante questa svolta però, i cartelli di divieto sono rimasti invariati sul lungomare di Fiumicino. Per comprendere meglio questa persistente incongruenza, ho condotto una serie di incontri e discussioni con il coinvolgimento dell’ENAC, della direzione aeroportuale e dei dirigenti e funzionari del comune di Fiumicino.
Un problema noto sin dai primi giorni di D-Flight è emerso quando è stato istituito il portale web. Numerose informazioni visualizzate sulla mappa digitale D-Flight non corrispondevano con esattezza alle mappe ufficiali ENAV e all’AIP (Pubblicazione delle Informazioni Aeronautiche).
Tuttavia, è importante sottolineare che D-Flight si basa sui dati forniti dall’ENAC, in particolare per quanto riguarda le “ATM-09” e le ELI-SUPERFICI, che talvolta non venivano rappresentate con precisione a causa dell’incertezza nei dati forniti.
Un’ulteriore incongruenza è emersa con l’introduzione delle ATM-09 a Fiumicino, in quanto la zona rossa ATM09, sebbene non perfettamente allineata con la pista dell’aeroporto, ha causato un notevole cambiamento nella classificazione della zona circostante.
Ci vogliono regolamenti più chiari
La vicenda di Fiumicino mette in luce la necessità di una regolamentazione dei droni più chiara e coesa. La segnaletica di divieto dovrebbe essere sempre in linea con i dati forniti da D-Flight, i quali, a loro volta, dovrebbero essere costantemente aggiornati. Le istituzioni dovrebbero collaborare per garantire che i piloti di droni siano correttamente informati sulle regole vigenti.
Questo approccio ridurrebbe le inutili dispute e le possibili sanzioni durante i controlli delle forze dell’ordine. L’aggiornamento di D-Flight rappresenta un passo importante verso una maggiore certezza per i piloti.
Tuttavia, è essenziale che questa soluzione sia accompagnata da un’ampia campagna informativa per garantire che tutti, comprese le istituzioni e le forze dell’ordine, siano a conoscenza delle nuove regole.
Spero che questo aggiornamento possa contribuire alla chiarezza e alla tutela dei diritti dei piloti di droni in Italia.
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