No Drone Zone ecco la follia.
Non ci sono più regole e autorità competenti?
No Drone Zone, qualcuno già lo sa, magari avendo seguito i post e gli articoli che si sono diffusi in rete in Italia. È emerso il grande problema dei divieti per i nostri droni, emessi a volte dai Sindaci, altre volte dalle amministrazioni locali o regionali, oppure anche dai parchi archeologici o naturali. Insomma, una vera giungla di regole e regolamenti che si aggiungono a quelli già presenti nelle normative europee e italiane che disciplinano l’aviazione civile e gli spazi aerei concessi a noi. Per citarne alcuni e semplificarne il contenuto:
Easy Access Rules for Unmanned Aircraft Systems (Regulations (EU) 2019/947 e 2019/945)
Nell’Art 17 vi è scritto: (Ogni stato membro della comunità europea deve definire una o più autorità aeronautiche i cui compiti siano chiari)
“L’autorità competente è responsabile della messa a disposizione in un formato digitale unico e comune delle informazioni sulle zone geografiche UAS individuate dagli Stati membri e definite all’interno dello spazio aereo nazionale dello Stato di tale autorità competente”
Art. 687 del Codice della Navigazione
ENAC è l’unico ente che regolamenta e gestisce l’aviazione civile in Italia ovviamente regole che poi sono riportate nel regolamento ENAC UAS-IT e ATM09. Ed è proprio rifacendomi a queste normative e regolamenti che rimango sconcertato vedendo il continuo crescere di divieti locali emanati un po da tutti senza che questi siano riportati sul portale web di riferimento per noi operatori/piloti Drone e cioè D-flight.it e neanche su nessun NOTAM.
Se la giustificazione di questi divieti sono la tutela e sicurezza dell’ordine pubblico o a protezione del traffico aereo civile la mancanza di informazione su D-Flight.it che a questo punto diventa di cruciale importanza è a mio avviso ancora più grave e mette tutti noi a rischio non solo di infrangere un regolamento e quindi essere passibili di una ammenda , ma addirittura di poter nuocere alla sicurezza pubblica.
In Italia , uno dei pochi casi in cui a un sindaco che fa le veci di un prefetto oppure il prefetto stesso , dove gli è consentito emettere divieti anche nei spazi aerei , è nel caso in cui ci siano in atto interventi di emergenza per tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico, caso che secondo me ha comunque poco a che fare con le ordinanze e relativi divieti per i nostri droni già pianificate per le stagioni balneari dove di emergenza c’è forse ben poco se non quella di studiare meglio le normative che regolano gli spazi aerei.
Veniamo al Capitolo 5
A Fiumicino, lungomare della Salute, attualmente esiste una porzione di spazio aereo che rientra nell’ATM09 (aeroporto di Fiumicino), zona Arancio, con un’altezza massima di 25 metri. Tuttavia, di recente sono stati installati dei cartelli che riportano la scritta “NO DRONE ZONE” nello stesso lungomare.
Cosa che, per quanto mi riguarda, sembra non coincidere con quanto previsto nei regolamenti sopra citati. Pertanto, in qualità di bravo cittadino e Operatore/Pilota UAS, ho ritenuto opportuno indagare per comprendere la motivazione. Dopo una serie di rimandi da un ufficio all’altro, nonostante tutti si siano mostrati molto gentili e disponibili nel risolvere questa problematica, sono finalmente riuscito a dialogare con un funzionario dei Lavori Pubblici del Comune di Fiumicino, il quale ha cercato gentilmente di aiutarmi nel cercare di capire la motivazione dell’installazione di questi cartelli.
Dopo una prima analisi dei fatti, il funzionario mi assicurò che, per garantire i diritti di un cittadino, se i cartelli fossero stati posizionati in una zona errata, ovvero se ENAC confermava che il tratto di lungomare della Salute risultava essere in zona Arancio, zona Open category con un’altezza massima di 25m come indicato su D-Flight.it e quindi il volo era autorizzato da ENAC, i cartelli sarebbero stati rimossi.
Se, al contrario, ENAC confermava che fosse una zona ROSSA con divieto di volo per i droni, avrebbero richiesto che questa zona fosse indicata sulle mappe di D-Flight.it per evitare confusione e malintesi. Purtroppo, come spesso accade, le istituzioni hanno tempi di risposta talvolta lunghi, ma per venire incontro alle mie esigenze, il funzionario ha provato a chiedere informazioni tramite telefono. Le informazioni ricevute hanno confermato che tale zona è vietata al volo.
Che succede quindi?
Dopo aver consultato nuovamente D-Flight e notando l’assenza di qualsiasi divieto nel portale, e trovandomi nella necessità di operare in quel tratto di lungomare, ho inviato una PEC a ENAC e alla direzione Aeroportuale di Fiumicino, chiedendo delucidazioni su come poter effettuare operazioni in quella zona geografica.
Nella PEC, ho specificato che, secondo la mia interpretazione, avrei potuto operare nella categoria Open, zona ATM09 Arancio, rispettando le relative prescrizioni per tale categoria, tra cui l’altezza massima di 25 metri, il volo VLOS, eccetera.
Se la zona avesse ricevuto la considerazione di ATM-09 Zona Rossa a zero metri, avrei invece seguito le prescrizioni previste per le operazioni SPECIFIC utilizzando gli scenari standard STS01 IT. Naturalmente, avrei inoltre fatto richiesta affinché, nel caso in cui la zona fosse stata classificata come Zona Rossa, si procedesse all’aggiornamento su D-Flight in conformità alle normative vigenti.
LA RISPOSTA È ARRIVATA
La risposta che ho ricevuto è stata sorprendente. A differenza di quanto ipotizzato da Quadricottero News, non vi era alcun presunto disallineamento dell’ATM09 rispetto alle piste dell’aeroporto di Fiumicino, né corrispondeva a quanto avevamo compreso tramite il funzionario dei lavori pubblici.
ENAC mi ha risposto attraverso una PEC, inviandomi una NOTA in cui mi informava che sul tratto di lungomare in cui avevo richiesto di operare con il mio UAS, era in vigore un divieto emanato dal Comune di Fiumicino tramite un’ordinanza sindacale.
Alcuni di voi potrebbero pensare che non ci sia nulla di male. Io, al contrario, penso che ci sia qualcosa di sbagliato, e anche molto. Se l’ENAC è a conoscenza di questa ordinanza e del relativo divieto, e inoltre mi informa attraverso una PEC confermandone l’autorità, sta contravvenendo a quanto stabilito nei regolamenti che essa stessa ha adottato e redatto!
L’autorità competente è tenuta a mettere a disposizione, in un formato digitale unico e comune, le informazioni sulle zone geografiche UAS individuate dagli Stati membri e definite all’interno dello spazio aereo nazionale di tale autorità competente, che per noi in Italia , si traduce nelle informazioni che vengono riportate su D-Flight.it.
In questo caso l’ENAC era già a conoscenza dell’ordinanza prima della mia email, il che giustifica la presenza dei cartelli. Allora, perché non l’ha già inserita su D-Flight?
Art. 687 del Codice della Navigazione
ENAC è l’ente unico responsabile della regolamentazione e della gestione dell’aviazione civile in Italia. Ma perché ENAC concede oggi anche alle amministrazioni comunali o ai sindaci l’autorità per regolamentare e gestire l’aviazione civile nel paese?
Ho ricevuto un commento in merito da qualcuno che ha detto:
“Facciamo gestire al Sindaco anche il traffico aereo dell’Aeroporto di Fiumicino, poiché il sedime aeroportuale si trova nel territorio da lui già gestito.”
Ho ovviamente inviato una risposta alla loro comunicazione tramite PEC, chiedendo se considerassero legalmente valida un’ordinanza sindacale per la gestione delle attività balneari e se la ritenevano superiore alle normative europee e al codice della Navigazione stesso, che dovrebbero regolare e gestire il traffico aereo civile.
Ci sarà un CAPITOLO 6?
Vediamo cosa risponderanno visto che con la loro risposta hanno spiazzato tutte le mie convinzioni. Secondo me questo comportamento sta generando molta confusione e, passatemi il termine “di Anarchia ” dove tutti fanno ciò che vogliono.
Ora attenderete il capitolo 6.
Grazie per aver letto questo articolo/blog su Drone Italia
Alex Carboni
Autore
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