Sorvolo zone P, R e D: cosa c’è da sapere.
Premessa
Premessa In questo primo semestre del 2021 nel settore UAS (o droni come preferite chiamarli) c’è un gran parlare di zone P (proibite), zone R (regolamentate) e zone D (pericolose).
Il motivo?
La pubblicazione della nuova Circolare ATM/09A di Enac, in vigore dal 31 Marzo 2021, che ha cambiato alcune regole per gli UAS relativamente a dove è concesso volare e dove no. Tali restrizioni sono poi riportate sul portale D-FLIGHT sotto forma di cartografia, e relativi box informazioni del punto selezionato.
Cosa si legge nei network.
Quello che ne viene fuori è che molto spesso sui vari Social network si leggono tantissimi post di utenti che confondono i concetti, scambiano zone pericolose con zone regolamentate o anche le proibite, confondono zone D vere e proprie con aree dedicate ad altre operazioni, generando ulteriore confusione negli altre persone che leggono.
Per questo motivo Drone Italia oggi proverà, step by step e cercando di semplificare la terminologia aeronautica, a spiegare cosa sono le zone P, R e D e quali sono le loro caratteristiche e le differenze.
Cosa sono le zone P, le zone R e le zone D?
Sono delle porzioni più piccole dello spazio aereo generale, diciamo dei volumi, dei sottoinsiemi, tipo Matrioska … che vengono “create”, meglio dire “istituite”, attraverso delle:
– coordinate geografiche o riferimenti a punti geografici (limiti orizzontali)
– quote superiori e quote inferiori (limiti verticali).
Molto spesso la quota inferiore di tali zone coincide con il livello del terreno, detto anche GND (ground) o SFC (surface). In altri casi invece il limite inferiore di questi “volumi” di spazio aereo non parte dal suolo, bensì da una certa quota; in queste circostanze, sotto la “quota inferiore” siamo semplicemente al di fuori delle zona interessata.
Queste zone esistono da sempre nell’ambito aeronautico tradizionale, ben prima della nascita dei droni, e le possiamo trovare quasi ovunque nel mondo, non solo in Italia.
In Italia, la loro istituzione è autorizzata dall’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile (ENAC).
A cosa servono? Perché vengono istituite?
Normalmente lo spazio aereo è utilizzato per la circolazione degli aeromobili; un diverso uso dello spazio aereo può comportare l’istituzione di queste zone P, R o D, i cui motivi alla base sono davvero svariati.
Ci potrebbe essere la necessità di proteggere degli edifici istituzionali, dei luoghi particolari, delle carceri, aree sensibili, industriali, oppure ci potrebbe essere la necessità di svolgere al loro interno attività addestrative militari, in volo o al suolo, oppure svolgere attività sperimentali civili e/o militari, ecc.
In ogni caso possiamo raggruppare le motivazioni in due macro-aree:
– “proteggere” qualcosa “al di sotto”, vietando il sorvolo degli aeromobili, nel caso delle zone P (Proibite)
– “proteggere” gli altri aeromobili in volo da particolari attività svolte al loro interno, nel caso delle zone R (Regolamentate) e zone D (Pericolose).
Tali zone, una volta istituite, hanno carattere permanente e si definiscono “RESTRIZIONI” dello spazio aereo;
per ciascuna zona sono specificate le limitazioni imposte. Diversamente, per altre esigenze di natura temporanea (anche ai fini UAS), parliamo invece di “RISERVA” dello spazio aereo o NFZ (No Fly Zone). È bene rimarcare un concetto: zone P, R e D costituiscono una limitazione al libero utilizzo di una determinata porzione di spazio aereo; e poiché lo spazio aereo, al pari del suolo, è un bene pubblico tutelato dal diritto, prima di istituire una zona e privarne l’uso ai cittadini, c’è sempre un motivo reale e ben preciso.
Come vengono identificate le Zone P, R e D?
Poiché tali zone costituiscono un potenziale pericolo alla navigazione aerea, o comunque una limitazione, devono essere conosciute dai piloti.
E per essere conosciute devono essere chiaramente e inequivocabilmente identificate e riportate nelle pubblicazioni aeronautiche ufficiali.
Ciascuna di queste zone è identificata univocamente con un “codice alfanumerico” assegnato dalle competenti autorità, così composto:
– due lettere iniziali identificative ICAO dello Stato che ha istituito la zona;
– la lettera P, R oppure D a seconda del tipo di area;
– un numero per ciascuna zona, non duplicato all’interno dello Stato di riferimento.
Esempio: “LI-R54” Oristano dove “L” sta per regione Europa, “I” sta per Italia, “R” ci fa capire che si tratta di una zona restricted (regolamentata) e infine il numero 54 per identificarla univocamente da altre zone similari.
Per l’Italia le pubblicazioni aeronautiche ufficiali sono le “AIP-Italia” redatte da ENAV S.p.A. e consultabili, previa registrazione, sul loro sito istituzionale www.enav.it Le zone P, R e D si trovano nella sezione delle AIP denominata ENR (Enroute), precisamente all’ENR 5.1 In ambito UAS, tutte queste zone sono riportate sul portale D-FLIGHT, del quale esiste l’obbligo di consultazione.
Definizioni e indicazioni – ZONA P
ZONA P (PROHIBITED) = ZONA PROIBITA, VIETATA
Spazio aereo di dimensioni definite all’interno dello spazio aereo nazionale di uno Stato, che ha dei limiti di quota e dei limiti/confini laterali pubblicati, entro il quale il volo degli aeromobili è vietato.
Il divieto deve intendersi H24 per tutti gli aeromobili, quindi anche UAS, a meno che diversamente indicato.
Sono aree di limitate dimensioni con limite inferiore posizionato sulla superficie del suolo o dell’acqua.
Sono definite allo scopo di proteggere dai potenziali pericoli derivanti dal sorvolo di aeromobili sopra alcune particolari installazioni molto sensibili, come carceri, edifici istituzionali, luoghi di particolare interesse pubblico, alcune zone industriali, monumenti di particolare delicatezza, aree naturali protette e impianti chimici.
La descrizione di tali divieti, per ciascuna zona, è elencata nelle AIP-Italia. Per gli UAS… ai sensi della Circolare Enac ATM/09A, il volo in zona P è SEMPRE VIETATO, eccetto autorizzazione.
Le autorizzazioni al sorvolo possono essere richieste direttamente all’Ente che ha fatto richiesta di istituzione, secondo le procedure stabilite dall’Enac. Esempio: sorvolo nelle vicinanze di un carcere, richiesta al DAP (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria).
L’autorizzazione al sorvolo, normalmente, viene concessa solo ai fini lavorativi; a seconda dei casi può essere concessa talvolta anche ai fini ricreativi.
Definizioni e indicazioni – ZONA R
ZONA R (RESTRICTED) = ZONA REGOLAMENTATA
Spazio aereo di dimensioni definite all’interno dello spazio aereo nazionale di uno Stato, che ha dei limiti di quota e dei limiti/confini laterali pubblicati, entro il quale il volo degli aeromobili è subordinato al rispetto di specifiche condizioni/autorizzazioni.
Cosa significa? Che il volo in queste aree NON E’ SEMPRE vietato, come avviene invece in una zona P (leggi sopra).
Il volo diventa vietato, o comunque soggetto a specifiche condizioni, quando queste aree sono attive; quindi SOLTANTO in alcuni momenti, giorni, orari, periodi dell’anno, che sono chiaramente indicati per ciascuna zona R nelle AIP-Italia.
Per gli UAS… ai sensi della Circolare Enac ATM/09A, il volo in zona R è vietato quando la zona è attiva, eccetto autorizzazione, e diventa libero quando non è attiva.
Le autorizzazioni per volare quando la zona R è attiva possono essere richieste direttamente all’Ente che ha fatto richiesta di istituzione, secondo le procedure stabilite dall’Enac.
Esempio: sorvolo della LI-R46 “Teulada”, richiesta al Ministero della Difesa. L’autorizzazione al sorvolo, normalmente, viene concessa solo ai fini lavorativi; a seconda dei casi può essere concessa talvolta anche ai fini ricreativi.
Definizioni e indicazioni – ZONA D
ZONA D (DANGEROUS) = ZONA PERICOLOSA
Spazio aereo di dimensioni definite entro il quale possono svolgersi, in particolari giorni e orari specificati, attività pericolose per il volo degli aeromobili.
L’attraversamento ed il volo in tali zone rimane a completa discrezione del pilota. Questa restrizione è applicata solo quando il pericolo potenziale per aeromobili in volo non ha portato all’istituzione di una zona R regolamentata o di una zona P vietata.
Lo scopo dell’istituzione di una zona pericolosa è di richiamare l’attenzione degli esercenti o dei piloti degli aeromobili sul pericolo potenziale, lasciando loro la facoltà di giudicare se tale pericolo rischia di compromettere la sicurezza degli aeromobili dei quali sono responsabili.
Per gli UAS… ai sensi della Circolare Enac ATM/09A, il volo in zona D è SEMPRE VIETATO, eccetto autorizzazione. Le autorizzazioni al sorvolo possono essere richieste direttamente all’Ente che ha fatto richiesta di istituzione, secondo le procedure stabilite dall’Enac.
L’autorizzazione al sorvolo, normalmente, viene concessa solo ai fini lavorativi; a seconda dei casi può essere concessa talvolta anche ai fini ricreativi.
Conclusioni
Ricordiamoci sempre che le zone P, R e D sono sempre indicate con un “nome proprio“, il codice alfanumerico descritto sopra, tipo LI-P 269, oppure LI-R 54, oppure LI-D 33 solo per fare degli esempi.
Se non trovate questo codice, non siamo in presenza di una vera e propria zona P, R o D.
Ricordiamoci che ai sensi della Circolare Enac ATM/09A:
– nelle zone P e D il volo agli UAS è sempre vietato, eccetto ottenere apposita autorizzazione
– nelle zone R il volo degli UAS è consentito solo quando tali zone NON SONO ATTIVE.
Se dovete volarci quando attive, avete bisogno di chiedere autorizzazione. Le autorizzazioni si chiedono al responsabile della singola zona P, R o D che ci interessa.
Trovate a chi rivolgervi nell’apposita sezione che si riferisce alla zona di vostro interesse, nell’ENR 5.1 in AIP-Italia. Tutte le altre zone che NON SONO propriamente delle zone P, R o D hanno una gestione differente che tratteremo in altri articoli.