Gremanu Acquedotto e Santuario delle Acque.
Gremanu è un sito archeologico di importanza eccezionale perché costituisce l’unico esempio noto finora di acquedotto di età nuragica. Il complesso si articola, a monte, in una serie di fonti e pozzi per la captazione e la raccolta delle acque e, a valle, in una serie di templi con abitato. Nei pressi, in località Madau, sorge una vasta necropoli di tombe di giganti, le monumentali sepolture dell’età nuragica. Gremanu era un Santuario federale, ovvero un’area sacra in cui, in occasione di festività particolarmente importanti, dovevano aver luogo periodici incontri tra fedeli provenienti da diverse località dell’isola. L’aspetto attuale del sito risale al Bronzo Recente e Finale (XIII-IX sec.a.C.). A monte, gli scavi hanno portato alla luce una serie di fonti e pozzi che, tramite un articolato sistema di canalette, convogliavano l’acqua a valle, nonché una vasca di forma rettangolare realizzata con conci di trachite e basalto finemente lavorati, presumibilmente utilizzata per le abluzioni rituali: è certa infatti la devozione delle popolazioni nuragiche per l’acqua, elemento vitale e prezioso in un’isola che soffre ancora oggi la piaga della siccità. Il culto dell’acqua appare testimoniato non solo da numerosi luoghi di culto (principalmente pozzi e fonti) disseminati in tutto il territorio isolano, ma anche dalle fonti classiche, che riferiscono di come i nuragici attribuissero al prezioso liquido delle proprietà miracolose: essa era utilizzata infatti sia a scopo terapeutico sia per la pratica del rituale dell’ordalia o del “giudizio dell’acqua”, che riguradava principalmente coloro che erano stati accusati di furto: questi dovevano immergere gli occhi nell’acqua e se acquistavano una vista migliore erano considerati innocenti, se invece divenivano ciechi erano considerati colpevoli agli occhi della comunità. Nella valle bagnata dal rio Gremanu sorge il villaggio di circa 100 capanne ed il santuario.
L’area santuariale, delimitata da un recinto sacro lungo circa 70 metri, detto témenos, presenta tre edifici templari: il tempio circolare, il tempietto a megaron e l’edificio cultuale absidato. L’ingresso avveniva a sud tramite un’area semicircolare provvista di banconi-sedili, nei quali sostavano i fedeli prima di accedere ai luoghi sacri. Il tempio circolare presenta un diametro di nove metri ed una pavimentazione molto accurata, con lastre di granito e scisto perfettamente aderenti tra loro. Al centro dell’ambiente è un muro trasversale che delimita due vani: il vano diametralmente opposto all’ingresso, utilizzato per le attività fusorie, e il vano dotato di banconi-sedili nel quale sostavano tutti coloro che presiedevano ai culti e ai riti. Sul lato nord-ovest è una nicchia ripostiglio. Per l’evidente attività fusoria, la copertura dell’edificio non dovette essere quella tradizionale a falsavolta, ma è ipotizzabile una copertura costituita da materiale deperibile aperta al centro per la fuoriuscita dei fumi. In prossimità del tempio circolare è stato portato alla luce un tempio a megaron, ovvero un edificio di pianta rettangolare composto da una camera principale preceduta da un piccolo atrio o vestibolo.
All’interno del tempio vero e proprio si conserva un muro, obliquo rispetto al muro perimetrale, di blocchi di trachite rosa ben squadrati, che si appoggia al muro di fondo delimitando un vano dove trovava posto il focolare rituale. Un terzo edificio cultuale, di forma rettangolare con parete di fondo absidata, è stato messo in luce davanti al tempio circolare. Esso presenta un pavimento lastricato ed una conca presumibilmente utilizzata per contenere l’acqua.
Come arrivare
L’area archeologica è situata in località Gremanu o Madau, in prossimità del passo di Caravai (1118 m s.l.m.), nel versante NE del Gennargentu.
Uscire dall’abitato di Nuoro percorrere la SS 389 in direzione di Mamoiada; superato il paese, continuare per Fonni, deviando per Pratobello. Proseguire sulla vecchia strada per Lanusei e, dopo circa 9 km, girare a destra in una stradina sterrata chiusa da un cancello: l’area archeologica si trova a poche centinaia di metri.
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